Muffe e “Sick Building Syndrome”

 

via la muffa dai bambiniFin dal 1983 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto l’esistenza di una Sindrome da edificio malsano, o Sick Building Syndrome, strettamente collegata alla presenza di quello che viene definito inquinamento indoor. Il termine è, quindi utilizzato “per indicare le sintomatologie, fisiche e psicologiche, quali reazioni cutanee, cefalea, nausea, irritazioni oculari e delle vie aeree, affaticamento, irritabilità, vertigini, ecc., legate alle condizioni dell’edificio”. Si tratta, quindi, di un termine che racchiude tutta una serie di disturbi fisici e psichici le cui cause sono immediatamente sono riconducibili alla tipo-logia delle costruzioni e al loro essere “edifici malsani”. Si parla di edifici malsani quando sono presenti alcune condizioni per cui ci si trova a contatto di agenti inquinanti che si sviluppano all’interno di un edificio e che determinano un inquinamento ambientale interno “inquinamento indoor”, fra i quali  sono espressamente annoverate le muffe.

 Premessa

Muffe, muschi, alghe, funghi, licheni, batteri ecc. rappresentano un serio problema per la durabilità delle opere e per la salubrità degli edifici : attaccano la pietra consumandola per nutrirsi, la corrodono con i prodotti dei loro processi metabolici, danneggiano intonaci, rivestimenti, pitture ed affreschi causandone il distacco e lo sfogliamento, possono causare insidiose allergie, possono originare infiltrazioni nelle coperture, ecc. Sono organismi vegetali, pluricellulari (funghi), esenti da clorofilla che si riproducono per mezzo di spore. www.azichem.com

Possono quindi svilupparsi anche (o specialmente) in assenza di luce, ricoprendo le superfici con insediamenti (miceli), caratterizzati da manifestazioni schiumose e filamentose, con emanazione di un odore caratteristico. L’insediamento non è limitato al solo livello superficiale poiché la struttura filamentosa (ife) interessa con profondità differenti, ma comunque significative, il tessuto insidiato.

 Qualche dato identificativo

Le muffe rappresentano la manifestazione visiva dello sviluppo di organismi pluricellulari, capaci di ricoprire le superfici sotto forma di miceli spugnosi. A seconda delle specie coinvolte nella colonizzazione, il loro colore può essere grigio,verdastro, marrone o nero. Strutturalmente molto semplici, ma dotati di clorofilla e dunque in grado di effettuare processi di fotosintesi le muffe si sviluppano più frequentemente sulle facciate esterne, dove possono trovare la luce e il nutrimento necessari per sopravvivere ma, in presenza di umidità e di condizioni favorevoli possono fare la loro comparsa infestante anche negli ambienti interni.

 

Sono generalmente verdi, anche se particolari pigmenti possono conferire loro un colore azzurro, rosso o bruno e nero, a seconda delle specie coinvolte nella colonizzazione.

 Qualche aspetto caratteristico da sapere 

Gli insediamenti biodeteriogeni rappresentati da muffe, alghe, funghi, batteri, ecc., sono la manifestazione visibile di un complesso fenomeno caratterizzato dalla presenza di nutrienti specifici, da tempi di sviluppo primario e secondario influenzati da parametri metri ambientali, dal effetti deleteri, sia in ordine alla salubrità che alla qualità di conservazione delle superfici e delle strutture contaminate.

A = crescita e sviluppo su residui organici: 24 ore; B = germinazione spore su supporti umidi/bagnati: 12 ore; C = accrescimento spore, formazione colonie: 5 – 10 giorni; D = temperatura favorevole di svi-luppo: +5/+30° C; E = soglia favorevole di umidità: > 65%.

F = intervallo favorevole di sviluppo: pH 4 – 8; G = nutrienti di sviluppo: vedere nota (*1);   H = effetti sui copri murari: vedere nota (*2); I = effetti sulla salubrità degli ambienti abitativi: vedere nota (*3); J = in-sidie nascoste: vedere nota (4).

(*1) = NUTRIENTI – Anche nelle superfici apparentemente incontaminate, la quantità di impurità pre-senti sulle pareti può risultare sufficiente per nutrire, in presenza di umidità, una colonia di muffe, so-prattutto negli angoli ed a ridosso di mobili voluminosi, che sono in genere i punti meno ventilati dove si raccolgono più facilmente polvere e sedimenti. Tutte le pitture murali, inoltre, contengono derivati della cellulosa e, per questo motivo, possono rappresentare un brodo di coltura ideale per l’insediamento e la proliferazione delle colonie. 

(*2) = EFFETTI SULLE MURATURE – Negli ambienti interni la presenza di muffa può indicare incorret-tezze di origine costruttiva o accidentale: insufficiente ventilazione, eccessiva umidità per condensa sui muri freddi, infiltrazioni d’acqua, insufficiente esposizione solare (spesso la muffa può essere inibita proprio dalla luce diretta del sole), inadeguata manutenzione dei mobili (alcune muffe si cibano del legno, specie quelle che si depositano negli angoli dietro ai mobili).Le muffe, specie quelle nerastre degli “ascomiceti”, con il loro metabolismo attaccano il tessuto murario: si cibano dei componenti e li aggre-discono con le loro deiezioni.  

 (*3) = MUFFE ED ALLERGENI – all’interno degli edifici le spore delle muffe rappresentano comunque un decadimento del livello di salubrità. A solo titolo di esempio l’inalazione delle spore può causare pericolose allergie. Alcune spore particolari, come ad esempio quelle di Stachybotrys rilasciano potenti tossine che, ove inalate in continuità, possono creare infiammazioni e lesioni polmonari. Ancora più pe-ricolosa è la muffa originata dal fungo Strachybotrys chartarum che si presenta con macchie nere verdognole sulle pareti e sul soffitto della casa e che genera e può diffondere micotossine che sono sospettate di cancerogenicità.

(*4) = INSIDIE NASCOSTE – Agli inizi del 900’ le colonne dell’Acropoli di Atene erano diffusamente ricoperte da licheni. Oggi, le stesse colonne ne sembrano quasi completamente esenti. Secondo gli studiosi delle Università di Oldenburg e Messina, le colonie di licheni si sono semplicemente spostate all’interno del materiale marmoreo, a profondità che possono anche raggiungere 40 mm, per sfuggire all’aumento dei raggi ultravioletti che si è progressivamente determinato. Anche in profondità, questi organismi svolgono la loro azione corrosiva che si aggiunge, rovinosamente, alle aggressioni causate dall’inquinamento atmosferico.

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CARATTERISTICHE

Esente da acidi, solfati, cloro-derivati, diluenti, sostanze venefiche o nocive, nonché da nocività nei confronti della vegetazione adiacente. La biodegradabilità effettiva è del 95% nell’arco di circa 4 settimane, diventa totale nei tempi successivi.

Non determina imbrattamento alcuno, è privo di effetti aggressivi e/o nocivi per i tessuti murari, per i rivestimenti e per la vegetazione circostante. L’azione di CONSILEX ANTIMUFFA risulta progressivamente sempre più evidente nel tempo.

resizeCAMPI D’IMPIEGO

Rimozione delle muffe e delle manifestazioni biodeteriogene in generale da murature, calcestruzzo, intonaci, ecc..

MODALITÀ D’IMPIEGO

CONSILEX ANTIMUFFA è pronto all’uso, di facile ed agevole applicazione; è infatti sufficiente nebulizzarlo sulle superfici. Nel giro di 2-3 settimane, provvede da solo alla rimozione fisica degli insediamenti biotederiogeni, evitando le gravose operazioni altrimenti necessarie. Qualora, dopo un’applicazione corretta come quantità e modalità, risultassero ancora visibili manifestazioni biodeteriogene, si consiglia di ripetere l’operazione fino alla loro completa eliminazione.

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UNA VALIDA  SOLUZIONE

Pittura murale per interni, anticondensa, risanante, termoisolante, fonoassorbente. Le piccole sfere di vetro plastificato che fanno parte della composizione eliminano la formazione di macchie, formando uno strato termico ed isolante, mantenendo le pareti più calde d’inverno e più fresche d’estate.


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 Elementi di valutazione

La comparsa di macchie, muffe e localizzazioni umide su pareti e pavimenti è un evento tutt’altro che infrequente e deve essere considerato, con sufficiente attendibilità, come la sintomatologia superficiale di problemi più profondi, connessi con un elevato tasso di umidità  all’interno delle strutture murarie e/o dell’ambiente, spesso accompagnato da carenze di isolamento e da inadeguate misure di areazione  e ricambio dell’aria negli ambienti. In alcuni casi la comparsa della muffa viene attribuita, acriticamente o pretestuosamente, all’umidità residua, quindi all’incompleta evaporazione dell’acqua presente in molti materiali edili posti in opera (malte, intonaci, rivestimenti, ecc.). È opportuno osservare che raramente questa afflizione temporanea può essere la vera causa del fenomeno, così come è possibile evincere dai richiami del paragrafo 6. In condizioni normali infatti, l’umidità residua, scompare spontaneamente se le opere sono state eseguite correttamente e se vengono rispettati i tempi e le modalità di ventilazione degli ambienti, così come prevedono i regolamenti edilizi e d’igiene in vigore.

La comparsa delle muffe è sempre riconducibile alla presenza di patologica da umidità: Da un lato, umidità e muffa vanno sempre rigorosamente a braccetto, dall’altro, se un materiale rimane umido a lungo, è probabile che sulla sua superficie cominci a crescere la muffa che, viceversa, non si manifesta in assenza di umidità.

La stretta relazione fra le condizioni igrometriche ambientali, la presenza di condensazione e l’insediarsi delle muffe, risulta in tutta evidenza nelle immagini sopra proposte, con un’area interessata dalle muffe ed il rilievo termografica dell’area stessa. A solo titolo di esempio, in un ambiente con temperatura di 20°C ed umidità relativa del 60% si può formare condensa se la temperatura di una zona delle pareti che delimitano l’ambiente  scende sotto i 12°C. Nel diagramma psicrometrico ogni punto del grafico rappresenta una determinata condizione di umidità relativa, umidità assoluta e temperatura. Dal diagramma si vede come partendo dalle condizioni indicate dalla legge (condizioni standard 65%UR e 20°C) e si interseca la linea corrispondente a UR 80% per una temperatura di circa 16°C e quella di UR 100% di circa 13°C. Queste rappresentano rispettivamente le due soglie critiche alle quali si verifica il rischio di formazione di muffa e di condensazione. Nel diagramma di Mollier la temperatura di rugiada viene determinata leggendo l’intersezione fra la curva di saturazione e la retta che rappresenta una trasformazione a titolo costante, a partire dalle condizioni di temperatura ed umidità dell’ambiente considerato. Per immaginare il rimedio più adatto nelle diverse circostanze non si può prescindere dalla considerazione che, se la causa dell’eccessiva umidità non viene chiarita ed eliminata, nessun risanamento potrà mai portare a risultati soddisfacenti e duraturi.

Prima di prendere qualsiasi decisione, in ordine all’eliminazione delle muffe, poiché muffe ed umidità sono un binomio praticamente inscindibile, è indispensabile stabilire quale sia la provenienza dell’umidità. Negli ambienti interni l’umidità, e di conseguenza la comparsa di muffe, può avere origini differenti anche se nei casi più frequenti e salvo eventi accidentali, è causata dalla condensazione dell’aria ambiente sulle pareti più fredde e, in misura meno ricorrente, dall’umidità di risalita capillare.

Il documento “Umidità : lettura degli indizi”, febbraio 2015, in www.azichem.com, fornisce indirizzi le necessarie indicazioni per un riconoscimento, almeno preliminare, delle manifestazioni umide. In queste note ci si limita a suggerire una prova pratica, assolutamente non invasiva, anche se altrettanto non definitiva, per cercare di farsi una “prima idea”.

La prova in questione richiede soltanto un foglio di plastica, del nastro adesivo e la pazienza necessaria per aspettare il responso. La procedura è altrettanto semplice: Applicare con nastro adesivo il foglio di plastica sulla parete umida, presumibilmente più fredda ed attendere qualche ora per verificare cosa succede.

Se il foglio risulta bagnato nella parte esterna (davanti) ci si trova indubbiamente di fronte all’aria dell’ambiente, satura di umidità e quindi a problemi di condensazione. Se il foglio risulta bagnato nella parte interna (dietro) e se, in aggiunta, la superficie muraria interessata dal foglio presenta rilevanze umide significative, la causa dell’umidità è presumibilmente da ricercarsi nel corpo murario, per problemi di risalita capillare, di infiltrazioni accidentali ed altro.

La presenza più accentuata di manifestazioni, in corrispondenza delle finestre, degli angoli bassi delle pareti e delle pareti più fredde possono essere considerati come sintomi di aria satura, mente la pre-senza di rigonfiamenti e sfarinamenti delle pitture e degli intonaci, nonché la collocazione delle manifestazioni ad altezze relativamente regolari, nell’ambito di 0,5 – 1,5 metri, rispetto al pavimento possono essere elementi correlabili all’umidità di risalita.

Gli elementi di valutazione sono evidentemente differenti a seconda che ci si debba occupare di muffe negli ambienti interni, piuttosto che sulle superfici murarie esterne. In linea di massima, nelle superfici murarie esterne le manifestazioni umide più frequenti comprendono frange umide continue o discontinue alla base muraria, efflorescenze, muffe, alghe, licheni, ecc., mentre nelle superfici murarie interne le manifestazioni umide più frequenti comprendono frange umide continue o discontinue alle basi mura-rie, muffe puntuali e/o colonie di muffe sulle pareti di condensazione, macchie di umidità in  corrispondenza delle pavimentazioni, ecc.